
OVERTHINKING E RUMINAZIONE MENTALE
L’overthinking o letteralmente “pensare troppo” fa riferimento ad uno stato mentale che sta diventando sempre più tipico e frequente nella società contemporanea afflitta dal multitasking. Tuttavia, questo stato non è sempre patologico ma lo diventa quando i pensieri assumono una valenza logorante e continua, creando disagio nella vita quotidiana.
Se la persona utilizza l’overthinking per
trovare soluzione ad un problema e riesce a trovarla senza percepire una forma di disagio, allora non saremo in presenza di un pensiero patologico ma solo davanti ad
una modalità di problem solving.
La persona vittima di overthinking è attanagliata da un forte senso di impotenza, si
sente incapace di prendere decisioni, prova una forte rabbia, soffre d’insonnia, mette
spesso in atto comportamenti autolesionistici che minano la propria salute.
Solitamente si tratta di persone che nutrono un certo distacco dagli aspetti emotivi e
tendono alla razionalizzazione e a tenere le situazioni sotto controllo analizzando le
varie situazioni in modo minuzioso e profondo.
L’overthinking viene messo in atto in 3 modalità:
• pensiero ossessivo al passato: rimpianti e rimorsi riguardo a scelte compiute.
• Pensiero ossessivo al presente: rimuginio costante relativo a circostanze o
relazioni del presente.
• Pensiero ossessivo al futuro: riguarda preoccupazioni per qualcosa che accadrà
a breve termine o problemi esistenziali.
L’overthinking può portare ad un vero stato di disagio psichico con serie conseguenze che non vanno sottovalutate, le più comuni sono:
ansia, depressione, deficit dell’attenzione, disturbi alimentari, insonnia e stress, perenne insoddisfazione, disagio, confusione mentale comportamenti autodistruttivi.
La situazione cambia quando l’overthinking si pone alla base di una forma di ruminazione mentale e un conseguente pensiero ripetitivo e improduttivo che porta a continuare a pensare in modo eccessivo a qualcosa, senza alcuna conclusione utile. Si tratta solitamente di uno stile di pensiero disfunzionale e maladattivo che si focalizza principalmente sugli stati emotivi negativi interni e sulle loro conseguenze negative. In questi casi, pensare sempre e continuamente a un evento o ad un argomento può diventare un vero e proprio processo ossessivo che ha come obiettivo apparente quello di tenere tutto sotto controllo, però con scarsi risultati.
Talvolta viene attivata per sentirsi più sicuri o per analizzare al meglio un problema, ma tende a mantenere l’individuo in una condizione di ansia senza una concreta soluzione al problema, producendo esclusivamente intensi stati emotivi e sensazioni spiacevoli o dolorose, predisponendo all’insorgenza di
sintomi o disturbi psicologici. Inoltre, il rimuginio patologico ostacola l’adozione di comportamenti funzionali
e paralizza i movimenti della persona, ostacola i processi di ricerca di soluzioni efficaci e di fisiologica distrazione, consuma risorse cognitive, aumenta i livelli di stress e riduce l’autocontrollo,
portando talvolta a comportamenti impulsivi.
Esistono vari tipi di ruminazione mentale:
• Ruminazione ansiosa: si focalizza su scenari negativi che potrebbero accadere e viene messo in atto pensando di potersi quindi trovare preparati all’ipotetico evento e ridurre i livelli di incertezza o minaccia percepiti.
• Ruminazione depressiva: si focalizza sulla ricerca delle cause e delle spiegazioni di eventi o situazioni spiacevoli o dolorose emotivamente occorsi in passato o attualmente presenti, inclusi certi sintomi o sensazioni corporee. Tipico dei disturbi depressivi.
• Ruminazione rabbiosa: è un processo cognitivo simile a quello della ruminazione depressiva e quindi tipicamente orientata alla ricerca di cause o spiegazioni riguardo ad esperienze, ricordi o eventi connessi alla
rabbia rivolta al comportamento altrui e alle sue possibili cause.
• Ruminazione desiderante: è un processo focalizzato su ipotetici e desiderabili scenari, azioni o situazioni.
Questa forma di ruminazione riguarda solitamente desideri che la persona non vorrebbe mettere in atto
(tradimenti, uso di sostanze, abbuffate con cibo ipercalorico ecc..),
mantenendo alti livelli di stress e possibili scelte impulsive.